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Ciao sono la tua collera e ho da dirti alcune cose

Ciao sono la tua collera e ho da dirti alcune cose perché credo che tu non mi conosca realmente e ho inoltre l'impressione che una parte di te voglia continuare a tenermi alla larga, ahimè.


Io però esisto per un motivo ben preciso e sono qui per essere tua alleata; permettimi di raccontarmi.


Sono un'emozione e come tale ti sono utile: servo per permetterti di esprimere il tuo disappunto o ribellione quando c'è qualcosa che ti dà fastidio.


Una mosca continua a volare intorno a te malgrado tu l'abbia scacciata via più e più volte? Eccomi lì pronta all'azione! Tuo figlio continua a interromperti mentre stai lavorando nonostante tu gli abbia detto che hai molto lavoro da fare? Io busso alla tua porta per farti sentire che il tuo Spazio è stato invaso e se tu mi permetti di manifestarmi, il messaggio che posso veicolare verso il tuo invasore è questo: "Io sono Io, e tu non devi invadere il mio Io".


Voglio che tu sappia che ti posso essere utile in molte circostanze nelle quali ti ritrovi a tu per tu con altre persone.


Io ti permetto di ribadire con toni chiari e precisi quali sono i confini che delimitano il tuo territorio da quello altrui in tutte quelle circostanze in cui senti che l'altro ha travalicato il confine.


Vedi? Sono tua alleata! Ti aiuto a comunicare ciò che per te è importante con un tono di voce che non dà scanso ad equivoci, e lo faccio ogni volta che il tuo appello rimane inascoltato dal tuo interlocutore malgrado tu lo abbia precedentemente comunicato con svariati richiami di attenzione connotati da un escalation di toni di voce.


Oggi scelgo di parlarti attraverso questo scritto perché voglio riprendermi il posto che mi spetta, voglio affermare davanti a tutti chi sono! E se non lo faccio io che ho proprio questo ruolo nella vita degli esseri umani, chi dovrebbe farlo?


Molti di voi pensano a me come ad un brutto mostro da scacciare via. Facciamo così: prova a chiamarmi "normo collera", va meglio?


Vi è stato così tante volte impedito di permettere la mia manifestazione, che in molti di voi, di me oggi non restano che piccole tracce.


Non mi sorprendo, so come vanno queste cose, le ho vissute così tante volte che il meccanismo ormai mi è chiaro. Ma forse a voi no e io voglio narrarvelo perché voglio che capiate che potete ridarmi il posto che mi spetta, senza che alcuni di voi, si sentano in colpa nel fare ciò.


Prendi un bambino, magari anche quello che sei stato tu.. non lo so.. e addestralo ad essere ciò che un altra persona vuole che sia. Quando il bambino si ribella perché sente che l'imposizione del padre per esempio gli sta fortemente stretta in quanto gli impedisce di esprimere ciò che sente o ciò che vuole fare, ecco che, nella ripetizione di questo meccanismo, il gioco è fatto: io vengo rispedita giù, da dove sono nata.


Mi vengono in mente le parole di uno dei vostri Grandi: Carl Gustav Jung diceva "tutti nasciamo originali e moriamo copie".


Quest' originalità di cui parla Jung dovrebbe essere alla base dell'interesse di voi genitori mentre osservate lo sviluppo dei vostri figli.


"Cosa sei venuto a fare qui?" "Quali sono i tuoi talenti?" "Come posso sostenere la tua evoluzione in direzione di essi?" Queste potrebbero essere sane domande da porvi cari genitori!


Con queste premesse i vostri bambini possono venire messi nella condizione di conoscere se stessi, discriminando con sempre più chiarezza cosa c'è lì fuori che "non sono io" e possono farlo capire a voi proprio attraverso i loro moti di collera.


"La matematica non è nelle mie corde -ogni volta che devo fare le moltiplicazioni mi spazientisco- mentre quando suono il violino sono estremamente felice". "Conoscere la storia dell'evoluzione terrestre mi affascina mentre mi irrito quando devo fare l'analisi grammaticale".


Purtroppo lì da voi succede che fin da subito venite inseriti tutti quanti in

un contenitore dove venite svezzati a suon di omologazioni e della vostra originalità non interessa più a nessuno. Anzi al sistema fa comodo che non vi venga proprio rammentato; del resto sì sa è più facile gestire delle persone accondiscendenti che dei ribelli.


Questo contenitore è attivo da così tanto tempo che ai vostri genitori è successa la stessa cosa, per cui essi a conti fatti vi hanno educati in funzione di ciò che conoscevano e consideravano giusto e buono per voi. Ma voi siete i genitori dei bambini di oggi e oggi gli orizzonti della conoscenza si sono allargati, non potete sprecare quest'occasione!


Forza genitori! C'è da rimboccarsi le maniche perché è da chi oggi è genitore -di un figlio, di un progetto, di un'attività lavorativa- che dobbiamo ripartire! Per sostenere i vostri figli nella scoperta di se stessi e dei loro talenti bisogna che partiate da voi: dalla scoperta di voi stessi!


Bene, dopo avervi detto queste cose mi sento molto meglio ora e sono pronta a riprendere il filo del discorso.


Vi stavo dicendo che a un certo punto, a suon di imposizioni, io vengo rimandata giù e sparisco. Mi volatilizzo perché... che senso ha usarmi di nuovo se ogni volta che mi esprimo vengo cacciata via?


Succede che in un lento processo.. mi trasformo...


....


in rabbia!


Voi oggi siete abitati dalla rabbia, di me solo pochi di voi continuano a fare esperienza.


Come infatti vi dicevo cinque minuti fa, Io e la rabbia non siamo la stessa cosa.


Mentre ciò che anima me è la voglia di far sì che tu possa affermarti nella Vita, che tu possa dire "Io sono Io, non sono te, rispettami", ciò che nutre la rabbia è ben lontano da tutto questo.


Dietro ad essa si cela la paura, proprio quella paura che il bambino ha sperimentato davanti alla proibizione del papà o della mamma, della maestra.. quando gli hanno è stato intimato di non farlo più, di non provare ad opporsi..


Io rispedita giù

La paura spinta in su


Ed ecco che la rabbia è potuta entrare in scena.


Rabbia non è quel fuoco acceso con l'intento di delimitare i confini, di bruciare ciò che non serve più; per intenderci quel fuoco che accendete intenzionalmente per bruciare le erbacce.


Rabbia è quel fuoco appiccato senza rigore: quel fuoco che divampa e fa terra bruciata: non importa chi trova davanti a sé, rabbia brucia tutto. Dentro o fuori, non fa la differenza; lei avanza.



Alcuni di voi hanno imparato a riversarla fuori questa rabbia: sono quelli che spesso fanno BOOM: moltissimi di voi oggi siete esseri umani perennemente incazzati (dite così vero?) pronti a puntare il dito verso gli altri; siete spesso volgari e aiuto! Si salvi (salvi-ni) chi può! Ah se sapeste che dietro a tutta questa rabbia c'è tanta paura e dietro a questa paura si cela un immenso dolore, forse tante cose cambierebbero. Io da qui mando un abbraccio alle vostre ferite emotive perché so che in fondo ne avete un profondo bisogno.


Per altri di voi invece la rabbia ha preso il percorso inverso: quando eravate piccoli e avete compreso che la cosa migliore da fare, per preservare la vostra salvaguardia personale, era quella di tenere tutto dentro di voi, avete iniziato a farlo. Quando oggi qualcuno fa o vi dice qualcosa che travalica quel confine di cui vi ho parlato prima, vi rintanate ancor più giù, e percepite il più delle volte un senso di tristezza perché non vi sentite compresi. Sappiate che in voi il fuoco non è assente, il fuoco c'è , semplicemente ciò che fa è bruciare dentro; ma l'interno ha dei limiti ed una volta raggiunti questi limiti il botto che può manifestrarsi è di quelli che non si dimenticano.


Cari umani, fuori o dentro che siano questi incendi, su di essi ci sarebbe da metterci mano. Non per spegnerli e finita lì, ma per comprenderne la loro natura, per ricontattare, osservare e trasformare quelle paure che si celano dietro essi e che li tengono in vita. Per permettere alla fiamma di spostarsi verso il centro. Perché senza quella fiamma centrata che emana luce, voi rimanete al di là della bellezza della Vita, la bellezza che esiste nonostante tutte le difficoltà che fanno parte di questa esperienza terrena.


Un saluto chiaro e preciso proprio come il segnale che mando ;-)

La tua collera


E un altro da me

Wilma


Ps: sei interessat@ a lavorare su te stess@, puoi contattarmi ai riferimenti che trovi qui in calce.


Al prossimo articolo :-)



Wilma Riolo

Psicologa, Psicologa Perinatale e Ricercatrice Indipendente

Ricevo su appuntamento a Milano -zona Stazione Centrale- e via Skype

345-7955225 wilma.riolo@gmail.com

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