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Piccola anteprima sull'incontro "Il maschile e il femminile nell'adulto e nella relazi

Mi occupo per scelta e con grande passione di genitorialità. A mio modo di vedere le cose gli interventi di natura psicologica, che sono rivolti al benessere della triade, mamma-papà-bambino, informativi e non, devono prendere in considerazione il "bambino interiore" che vive in ognuno dei genitori; bambino che preme e a volte scalcia per prendere il comando nella relazione genitore-figlio, come trainato da cavalli, a volte indomiti, che rispecchiano i bisogni infantili non soddisfatti.


Ma forse è bene partire da un inizio.


Genitorialità è anche "presenza capace di contenere", così afferma Giuliana Mieli, psicoterapeuta e filosofa, autrice del libro "Il bambino non è un elettrodomestico", durante una delle sue lezioni "di vita" a cui ho avuto l'onore di partecipare.


Il femminile è presenza, accoglienza, capacità di stare e sentire se stessi e l'altro e indubbiamente, almeno per me, la prima immagine che mi si presenta davanti, evocata da questo concetto, è quello della mamma; la mamma che c'è, che malgrado tutto è lì e offre se stessa al figlio, cerca di sintonizzarsi sul piccino, di comprenderne le richieste, anche quando le cose non vanno come si erano immaginate, anche quando la stanchezza è tanta, troppa.


Ma questa immagine mi rieievoca anche l'altro aspetto della nostra psiche che contribuisce ed influenza il nostro modo di percepire e stare nel mondo; mi riferisco al maschile.


Maschile come forza di volontà, direzione, avere in mente qual è il nord e sforzarsi per raggiungerlo. Ecco sì...anche questo rientra nell'immagine della mamma stanca che accudisce il proprio bambino; penso a una mamma esausta con in grembo il suo bambino di qualche mese, capelli arruffati, macchie di latte sulla camicetta, ma lei malgrado tutto c'è, e la sua volontà la mette in campo ogni giorno,

sa dentro di sé che la direzione è quella e si sforza ogni giorno per andare avanti. Anche questo è maternità.


Scrivo e mentre le mie dita battono le lettere sulla tastiera del computer, sento di stare parlando di me, del mio primo anno di vita insieme a mia figlia Martina, di tutti quei giorni e notti lunghissime di una lunghezza estenuante, senza limiti, di una donna così poco connessa con se stessa..


Ecco sì, la parola "limiti" non si è presentata per caso; anche il limite serve, serve al bambino, alla mamma, al padre..serve. Ha però un suo tempo e una sua modalità di presentazione che è bene preservare.


Dopo la nascita del figlio, la donna è fisiologicamente ripiegata su di lui, viene pervasa dal femminile, inno all'apertura alla vita, per potersi occupare al meglio del proprio piccino partendo da una comprensione dei bisogni del figlio.


Questa comprensione del piccolo da parte del grande è necessaria. Essa viene a nutrire la fiducia del figlio nel genitore e in se stesso, fiducia che poi il bambino si porterà nel mondo.


Dopo questa iniziale slabbratura al femminile voluta e sostenuta dalla natura, può succedere che la mamma faccia fatica a riprendersi quell'energia maschile che le permette di osservare con occhi "meno coinvolti" il figlio, occhi pur sempre innamorati ma capaci di vedere il "qui ed ora" senza farsi trascinare da quel phatos che ci porta a perdere, a volte, il nord.


Mi viene in mente l'immagine di un uragano che va imperterrito e si muove trascinando tutto ciò che trova con quell'energia dirompente che c'è a prescindere da dove si trovi la meta.


In questa cornice, spesso sullo sfondo, ecco il padre; cosi poco si parla di lui...


Già il padre, un uomo che vive la gravidanza e poi il rapporto con il figlio, in modo diverso dalla donna.


Differenze volute e sostenute dalla natura...


Ecco, un piccolo assaggio...


Vi aspetto, parleremo di questo e di tanto altro.


L'incontro è rivolto a persone adulte, siano esse genitori o figli.


Passa parola!


A presto

Wilma

La Vita Dentro


DETTAGLI DELL' EVENTO SULLA PAGINA FACEBOOK: WILMA RIOLO PSICOLOGA PERINATALE E DOULA


Un percorso fatto di immagini e domande. Cosa sono il maschile ed il fenminile e cosa succede quando queste due qualità complementari, sono scompensate o non in equilibrio tra di loro? In che misura si palesano nell'uomo e in quale nella donna? Che impatto hanno nella nostra relazione con i figli? In che modo si inseriscono nel riconoscimento e nella regolazione delle proprie emozioni e di quelle dei nostri figli? Come è possibile armonizzare il rapporto tra l'adulto e il bambino partendo da un lavoro di cura del proprio maschile e femminile? L'incontro è rivolto a tutte le persone adulte interessate alla tematica, siano esse genitori o figli. Conduce: Wilma Riolo, Psicologa esperta in Psicologia Perinatale. Luogo di incontro: Associazione culturale Fluidoflusso, via Melchiorre Gioia 41, Milano. Entrata angolo via Algarotti dal giardino. Metro: Gioia (linea verde) Sondrio (linea gialla) Isola (linea lilla) Quando: Lunedì 10 aprile dalle 18:30 alle 20:00 Contributo: 10 euro per gli associati, 15 euro per i non associati (corrispondente alla quota associativa) RICHIESTA LA PRENOTAZIONE attraverso il sito www.fluidoflusso.eu o chiamando al 02-66703433 o al 377-2862282 ​​Per maggiori informazioni: wilma.riolo@gmail.com 345 7955225 Per approfondimenti: www.lavitadentro.com Per ricevere gli aggiornamenti iscriviti alla newsletter de "la vita dentro"


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